E' ora di ripartire

Linee concentricheC'è da fare...ovunque mi giro, vedo che c'è da fare...Al Liceo Joyce...Per Colle Pardo...Al lavoro e a casa...Ad Ariccia...la piccola parte della realtà che vivo io. Anche solo per questo, le forze non sembrano sufficienti...lo so...ma so anche che buona parte della mia parte è il modo di affrontare le cose, lo spirito con il quale le faccio...le parole che mi escono per descrivere tutto questo a volte risuonano inadeguate (mi hanno rinfacciato l'uso di termini di tipo aziendale come "manageriale", "competenze", "know-how" ma purtroppo sono quelli che uso tutti i giorni per la maggior parte del giorno, spero non me ne vorranno i compagni di azione...ma ho la segreta speranza che anche Nichi le usi…) ma forse il mondo è differente oggi e ci vogliono parole più precise...le idee sono sullo sfondo, le parole indicano la strada...

Sento che dobbiamo trasformarci in una forza vera, che sia capace di fondere le sensibilità, i sogni, le attese...tutto quello che da dentro di noi, tutti, possiamo far diventare contributo originale e autentico per un progetto che in ogni altra forma non avrebbe senso.

I sogni e le azioni (penso a Cristina e Laura per l'acqua, Andrea e Serena con il Sindacato, l'impegno di Valerio e Sara, Fabrizio al Comune, Ombretta con il suo lavoro) sono tutti dettagli di un disegno più grande che parte da dentro, un atteggiamento nei confronti del mondo che non possiamo vincere, che nessuno può vincere, che ci porta a dire che dobbiamo spenderci, dobbiamo agire, dobbiamo fare: in realtà la causa è poca cosa di fronte a quello che abbiamo dentro; non è un modo per sminuire quello che dobbiamo fare (come voi, credo, sento l'importanza e la necessità di agire soprattutto oggi, soprattutto qui...) ma per rendere ancora più prezioso quello che siamo, insieme.

Solo così non gireremo a vuoto, ma saremo dei punti di riferimento, si vedrà la differenza del nostro essere attraverso il nostro agire, la forze delle nostre idee attraverso la nostra sensibilità.

La parola più ricorrente, rileggendo queste righe, è: noi...forse stilisticamente è un abuso ma rispecchia la realtà: non siamo un partito o un movimento prima di essere persone, individui, soggetti, caso mai il contrario...in questo ci differenziamo, credo, da tutti gli altri...le persone sono critiche ma costruiscono, uniche ma si cercano...così dobbiamo essere, non dobbiamo dimenticare che quello che ci ha portato a stare insieme è una speranza e la convinzione di poterla realizzare: noi siamo utili, con le nostre idee e la nostra capacità, a cambiare, magari di poco, magari solo qui ad Ariccia, la realtà che ci circonda.

Dicevo a casa e ad Ariccia e al lavoro, ma anche sulla metro, a comprare il pane, facendo una passeggiata e fermandosi allo stop: si deve vedere la differenza.

Si vedrà.